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martedì, gennaio 03, 2006



Storia

Definito come "l'abbraccio camminato", "sentimento triste che si balla", "rappresentazione della comunicazione tra i sessi", il tango nasce verso la metà dell'800, quando la popolazione argentina incontra gli immigrati, uomini di diverse nazionalità (non solo europei); ma è anche incontro tra la gente del porto e quella delle campagne. Appare all'improvviso come una sorta di linguaggio comune della gente di Buenos Aires e di Montevideo, quello permeato di usi e di leggi dei vicoli di periferia, quello dei locali malfamati, dove si beve, si canta, si litiga, ci si sfida a duello e dove, soprattutto, si balla. E allora tanghi di odio e di rancore, tanghi di amore e di gelosia, tanghi di periferia e di malavita. Da qui, quella che è la storia di un popolo si fonde con la storia personale, spesso intrisa di sofferenza e tristezza per le cose perdute o la patria lontana, e che trova inizialmente espressione in una forma di poesia popolare accompagnata dal suono delle chitarre. A questa si unisce il ballo, la habanera, danza spagnola diffusasi a Cuba e importata dai marinai, che si diffonde ma immediatamente si trasforma, assumendo l'andamento caratteristico e insolito di una camminata in cui l'uomo avanza e la donna indietreggia. Nasce così la milonga, mentre dal porto di Buenos Aires arriva anche il candombe, danza caratteristica degli immigrati neri. Sono queste le danze che si fondono nel tango. Nella prima decade del '900 il tango si espande per tutto il mondo; la sua musica inizialmente viene scritta in 2/4 ed il ritmo è abbastanza veloce mentre successivamente è scritta in 4/4. Man mano che prende piede l'abitudine di aggiungere il testo alla musica, il ritmo viene rallentato. A partire dal 1917 si diffonde il tango cantato. In quell'anno, Carlos Gardel presenta in un teatro di Buenos Aires il brano "Mi noche triste" e il successo è strepitoso. Da questo periodo cominciano ad aprirsi, per i signori dell'alta borghesia, locali ove è possibile assistere a spettacoli, ballare e naturalmente trovare compagnia. Qui però il Tango subisce una rapida trasformazione: il ritmo veloce e l'antico girare sono sostituiti da calmi passi scivolati ed un ritmo più lento.

Danza

Il tango è un ballo totalmente libero, improvvisato, privo di coreografie predefinite. Non esiste tango simile ad un altro, e questo grazie alla sua capacità di reinventarsi e di mostrare ogni volta un nuovo aspetto di sé. La "salida", ad esempio, è solo una combinazione di passi che si utilizza per imparare a ballare, mentre le figure classiche (ocho adelante, ocho atràs, mordida, parada, etc.) vengono continuamente assemblate, sospese, frammentate e ricombinate, in un'unica figura che non si ripeterà mai uguale. Inoltre la varietà delle melodie e la diversità degli stili interpretativi generano condizioni emotive sempre nuove ed uno stile quindi mutevole. Ma il tango non è la sola danza rioplatense: i tangueros sono soliti alternarlo alla milonga (caratterizzata da un tempo molto più veloce di quello del tango, dal ritmo semplice e dalla struttura delle figure meno articolata) e al vals criollo (basato sul ritmo del valzer viennese, ma i cui movimenti sono quasi gli stessi del tango). Attualmente va diffondendosi il cosiddetto "tango nuevo", una danza che rivisita il tango argentino aggiungendo elasticità, flessibilità e nuovi giochi di contrapposizione dei pesi conferendo maggior volume e raffinatezza.

Musica

In origine il tango è sola musica per accompagnare la danza in un trio di flauto, arpa (poi chitarra) e violino. Gli strumenti sono trasportabili, adatti sia a feste che a ritrovi di strada o di cortile. I musicisti suonano ad orecchio e spesso improvvisano, ed è per questo che le arie del primo periodo, non trascritte, sono in gran parte perdute. Successivamente il flauto viene sostituito dal "bandoneòn", (strumento a mantice simile alla fisarmonica inventato ad Amburgo, dove non ebbe molta fortuna, nel 1835 da H. Band), portato nel Rio della Plata da qualche immigrato. Poi abbandona le tonalità giocose, per assumere un carattere più profondo e sentimentale. La sofferenza, la solitudine, l'abbandono, diventano temi cari al tango-canzone, espressione dei sentimenti più reconditi dell'intimo umano. A partire dal 1900, quando il tango comincia a entrare nei teatri e nei caffè, si impone il trio bandoneòn-violino-pianoforte. Cominciano così a dedicarsi al tango strumentisti e direttori sempre più colti musicalmente, quasi sempre italiani: Francisco Canaro, Juan D'Arienzo, Carlos Di Sarli, Osvaldo Pugliese, fino ad arrivare ad Astor Piazzola che, attraverso il "tango nuevo", ha elevato "una musica di bassa estrazione" a genere musicale colto fondendo il tradizionale, il popolare con il raffinato: fra jazz e musica contemporanea.

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