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lunedì, gennaio 02, 2006

Ma non desiderare che io sia allo stesso tempo Vadinho e Teodoro, perchè non posso. Posso soltanto essere Vadinho, e non ho che amore da darti, tutte le altre cose delle quali hai bisogno, è lui a dartele: la casa di proprietà, la fedeltà coniugale, il rispetto, l'ordine, la considerazione, la sicurezza. E' lui a dartele, perchè il suo amore è fatto di queste cose nobile (e scoccianti) e tu hai bisogno di tutte queste cose per essere felice. Ma anche del mio amore hai bisogno per essere felice, di questo amore d'impurità, sballato e alla rovescia, impudico e ardente, che ti fa soffrire. Un amore così grande che resiste oltre la mia vita disastrosa, così grande che, dopo di non essere, sono tornato a esistere, e sono qua. Per darti gioia, sofferenza e godimento, sono qua. Ma non per restarti accanto, essere la tua compagnia, il tuo premuroso marito, per conservarti la tua fedeltà, per accompagnarti in visita, al cinema nel giorno fissato, al letto all'ora precisa - per questo no, amore mio. Questo è compito del mio nobile collega di letto, e migliore di lui non ne troverai un altro. Io sono il marito della povera dona Flor, colui che viene a risvegliare la tua ansia, a mordere il tuo desiderio, nascosti nel fondo del tuo essere, dietro al tuo ritegno. Lui è il marito della signora dona Flor, e si occupa della tua virtù, del tuo onore, del tuo rispetto umano. Lui è il tuo volto mattutino, io sono la tua notte, l'amante di fronte al quale non hai nè possibilità di fuga, nè forza. Siamo i tuoi due mariti, i tuoi due volti, il tuo sì e la tua negazione...
(Jorge Amado)

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