Powered By Blogger

mercoledì, gennaio 04, 2006


La controra è uno stato della mente che appartiene ai popoli dell'area mediterranea e in genere ai popoli “latini”. In Messico la chiamano la siesta, ma detto così potrebbe sembrare riduttivo. Il gran caldo dell’estate porta un senso di spossatezza, soprattutto dopo il pranzo, che, per alcuni, si traduce in sonnolenza, per altri, invece, è una specie di torpore del corpo che si combatte restando immobili e cercando una quiete interiore. La controra, è quella parte della giornata che va dalle 14.30-15.00 fino alle 17.00 circa, in cui la città, poco prima caotica, colorata, rumorosa cade in una specie di letargo momentaneo, una specie di apnea di suoni, rumori, movimenti e diventa una città deserta. E' il momento in cui le lancette cominciano la parabola discendente. C'è soltanto il sole, il cicalìo tipico dei giorni caldi e rari rumori di pentole che qualche donna sta sistemando in cucina. Alle cinque della sera tutto riprende con frenetico caos. Questo ritmo strano, tipico delle cittadine del sud, segna una frontiera temporale tra la mattina e la sera. La controra è uno stato mentale, più che corporeo, tipico della gente di campagna, che accompagna lo spirito quando, subito dopo il pranzo, si cerca riparo dall’arsura delle prime ore pomeridiane, ci si ferma ad ascoltare i rumori di sottofondo o a sonnecchiare senza trovare pace, vinti da un’inspiegabile fiacca. Questa sorta di siesta dell’anima, e anche un po’ del corpo, fiaccato dal lavoro mattutino, risveglia i ricordi, le immagini ed i suoni.
La controra è il coprifuoco. Ti insegnano a rispettarla quando sei ancora bambino, e violarla equivale a commettere un fatto illecito. La controra è sacra, intoccabile, sublime.

Nessun commento: